– Nuova normativa: web radio, web tv e servizi simili sono a rischio chiusura

Data di pubblicazione: 10/14/2010

Internet

tombBrutte notizie per le web radio e le web tv.

L’ AGCOM sta terminando l’approvazione della nuova normativa (probabilmente sarà approvata e pubblicata nei primi giorni di novembre) che per come è stata proposta, se non ci saranno modifiche radicali, stravolgerà il mondo delle web radio e delle web tv così come le conosciamo ora.

Tutto nasce delle delibere n.258/10/CONS e la n.259/10/CONS che nel mese di luglio hanno avviato la consultazione del regolamento sulla trasmissione di servizi audio e video in rete.
Secondo la proposta di questo nuovo regolamento, ci sarebbero una marea di nuove procedure burocratiche, documentazione da inviare e nuove spese da sostenere.
Ci sarà un costo per la sola autorizzazione a trasmettere di circa 3000 euro, a cui si aggiungono SIAE e SCF. Si dovrà attendere 60 giorni prima di ottenere l’autorizzazione… Per non parlare delle multe che oscillano dai 15 mila a 2 milioni di euro!

In un primo momento la SIAE ha addirittura eliminato (modulo AWR )  dalle licenze la categoria ‘radio personali’, lasciando solo la distinzione tra radio web commerciali e comunitarie.
Questo preclude la possibilità per un privato di creare una radio sperimentale o hobbistica e rende necessaria almeno la realizzazione di un’associazione.
Tale decisione è stata anticipata, nonostante la normativa non sia ancora stata approvata, ed infatti subito si è corsi ai ripari, tornando indietro e al momento il modulo AWR risulta ‘in costruzione’.

Secondo l’AGCOM questo regolamento non è altro che l’interpretazione del decreto Romani, il quale oltre ad intervenire nella regolamentazione di contenuti audio e video in rete, consente all’AGCOM stessa tutta una nuova serie di poteri che a molti sono sin da subito sembrati sproporzionati

Va detto infatti, che nonostante le modifiche, il decreto si lascia a molte interpretazioni ed in tanti speravano nel buon senso da parte dell’Agenzia delle comunicazioni.
Sicuramente la situazione è tutt’altro che definitiva, per ora dovendo interpretare ciò che emerge in questi giorni, pare che si sia creata una situazione paradossale, dove quello che sembrava chiarito dopo la modifica del decreto, (e cioè come gli obblighi non riguardino web radio e tv no profit) sia stato invece ora completamente rimesso in discussione.
In sostanza dove non è arrivato il decreto, perché modificato tra le proteste si sta cercando invece di arrivare ora.
Per essere soggetti alla nuova normativa, basterà infatti erogare un servizio che incassi qualcosa, dunque anche un semplice banner pubblicitario ma molto più semplicemente si fa riferimento al concetto di « fare concorrenza alla tv tradizionale.»
Poiché i soggetti coinvolti sono tantissimi, perché non parliamo solo di streaming, ma anche di servizi ondemand, quali podcast, Videoblog o siti come Youreporter.it riteniamo che nei prossimi giorni questo diventerà un argomento molto dibattuto, sul quale speriamo, possano esserci chiarimenti positivi.

Una delle prime web radio a segnalare quanto rischia di succedere è proprio  Radio Fusion che dalle pagine del sito https://www.radiofusion.it e tramite Facebook ha già lanciato un appello per far conoscere il problema a tutti i suoi ascoltatori.