– Si è spento l’analogico in tutta l’isola

Data di pubblicazione: 11/1/2008

Televisione

Immagine RidimensionataFonte: Il Sole 24 Ore

Si è conclusa questa mattina (31 Ottobre) la definitiva digitalizzazione della Sardegna. La cittadina di Ozieri, in provincia di Sassari, è stata l’ultima ad aver spento per sempre il segnale analogico.
«Un risultato straordinario – secondo il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani – ottenuto grazie all’apporto di tutti gli attori di questa rivoluzione».

Un avvio dunque, non privo di contraddizioni. Alla base di questa digitalizzazione, infatti, non mancano le critiche. «Se come associazione di consumatori dovessimo dare un voto alla preparazione fatta agli utenti – dichiara Mauro Vergari, responsabile del settore media digitali e Ict di Adiconsum – il voto sarebbe sei meno. Questo per diversi motivi tra cui la scarsa informazione istituzionale, demandata all’associazione privata Dgtvi e al consorzio Sardegnadigitale. Inoltre il call center istituito dal ministero dello Sviluppo Economico è risultato inadatto rispetto alla portata delle richieste d’aiuto da parte degli utenti, in primo luogo per motivi di tempo, perché è attivo solo fino alle 20 e chiude nei giorni festivi; inoltre è stato preso d’assalto da chi doveva effettuare la risintonizzazione del decoder sulle nuove frequenze del digitale terrestre, e i passaggi guidati facevano sì che la durata delle telefonate si prolungasse in maniera tale che gli altri utenti erano costretti a chiamare diverse volte per riuscire mettersi in contatto».

L’Adiconsum ha anche altri motivi di critica. «Noi eravamo disposti a mettere il nostro personale nei negozi di elettronica e negli uffici postali – continua Vergari – in modo da svolgere attività informativa con le persone più in difficoltà tra gli acquirenti, come gli anziani e i meno abbienti. Ma la nostra proposta è caduta nel vuoto e la Sardegna per sintonizzarsi nell’era digitale ha dovuto contare un po’ sul fai da te. Lo switch off andava fatto pensando a tutta la popolazione. Se anche una parte, per quanto piccola, non riesce ad adattarsi, – conclude il responsabile dell’associazione – lo Stato la deve tutelare».