– IL punto sull’alta definizione (prima parte)

Data di pubblicazione: 5/24/2008

Speciali

Speciale SardegnaHertz: alla scoperta dell’alta definizione


Se avete sentito vagamente parlare di alta definizione, e sigle come HDTV sono per voi qualcosa di sconosciuto o poco chiaro speriamo con questo articolo di chiarire meglio la situazione.
In questo speciale infatti, faremo il punto sulla situazione dell’alta definizione, non solo dal lato tecnico ma anche con qualche curiosità storica.
Non mancheranno inoltre alcuni consigli per il consumatore nella scelta degli apparecchi e spiegheremo bene in cosa consista la sperimentazione della RAI che partirà con gli Europei di calcio.

pixel: la parola magica

Ogni immagine che vediamo su un monitor è costituita da minuscoli pixel, chiaramente a parità di dimensioni, aumentando il numero di pixel otteniamo un netto miglioramento nei dettagli e nella definizione dell’immagine.

Si noti come possa migliorare l’immagine con l’aumentare della risoluzione. (fonte wikipedia)

Immagine Ridimensionata
Segnali analogici:

Un segnale analogico, non ha un numero preciso di punti orizzontali, in quanto l’immagine viene generata scrivendo sul video delle righe la cui qualità dipende da valore analogici (come la larghezza di banda )
Esistono diversi formati all’interno dei segnali analogici per definire il numero di righe da trasmettere.
Attenzione non stiamo parlando di PAL, Secam, o NTSC i quali determinano solo il sistema di trasmissione del colore, ma di formati che permettono di stabilire il numero delle linee, la larghezza di banda, il tipo di audio.

In Italia si usa il sistema B e G con la codifica di colore PAL che corrisponde a 768×576 linee, su 25 frame al secondo su un aspect ratio di 4:3
Esistono altri tipi di trasmissione usati altrove, ad esempio il sistema M permette 648×486 linee su 30 frame al secondo ed è spesso usato insieme allo standard NTSC.

Anche se è un paragone scorretto possiamo grosso modo dire che dal punto di vista dei pixel, dopo la digitalizzazione, il sistema analogico alla massima qualità, corrisponde ad un massimo di 720×576 pixel.
A titolo di esempio il sistema VHS consisteva in 250 linee, quindi una risoluzione di circa 330×480.

Parliamo di scansione: distinguiamo uno standard chiamato 576i se le righe vengono ‘scritte’ sullo schermo in modalità interlacciata, o 576p se vengono mostrate in modalità progressiva.

Nel primo caso che è quello utilizzato con il formato B e G, vengono mostrate prima le righe pari e poi le righe dispari; mentre in modalità progressiva l’immagine viene creata riga per riga.
Senza perderci in complicati calcoli, diciamo che la qualità progressiva garantisce una migliore immagine. La scansione progressiva inoltre è priva dall’effetto twitter e da altri problemi cromatici.

Immagine Ridimensionata
Altra cosa importante è il concetto di rapporto d’aspetto meglio noto con il termine inglese aspect ratio.
Molto di voi avranno certamente sentito parlare di televisori 16:9.
Un rapporto 4:3 è la proporzione tra la larghezza e l’altezza dell’immagine. I televisori in alta definizione come vedremo meglio in seguito, hanno un aspect radio di 16:9 (inferiore comunque allo standard cinematografico).
Nell’immagine una tv 16:9.

Bene, cominciamo subito col dire che la HDTV impone l’uso di un formato 16:9

Segnali digitali: SDTV
Così come abbiamo visto per l’analogico, anche con il digitale esistono diversi standard che stabiliscono la risoluzione in pixel, i frame per secondo e il rapporto dell’immagine.
Si va dal sistema LDTV (con 352×240 px) al SDTV (massimo 720×480, usato nella maggior parte dei casi) per poi arrivare finalmente ad un formato chiamato HDTV, di cui scopriremo le caratteristiche in seguito.
Il formato digitale usato in Italia che prende il nome di DVB-T utilizza tutti gli standard citati sopra, ma non dimentichiamoci che il DVB-T non è il solo ad essere impiegato nel mondo, e che esistono altri formati oltre a quelli sopra citati.

E qui si complicano le cose…
Immagine Ridimensionata
A complicare ulteriormente il tutto vi è il fatto che all’interno del formato HDTV esistano numerose varianti:
HD-READY che vediamo con un bel logo in mostra su molti televisori, non significa semplicemente “pronto per l’alta definizione”. In realtà HD-READY è un vero e proprio formato di alta definizione.
HD-READY permette una risoluzione massima di 1280x720px ma con scansione progressiva, quindi un 720p.

Ma un’altra modalità di trasmissione in alta definizione è la 1080i.
Si tratta come intuibile di 1920×1080 pixel ma in modalità interlacciata. Dal punto di vista qualitativo nonostante la migliore risoluzione un 720p è preferibile ad un 1080i.
In teoria in HD-READY dovrebbe essere in grado di mostrare anche un 1080i, ma per essere sicuri è consigliabile chiedere queste informazioni al rivenditore.

Immagine Ridimensionata
Abbiamo poi la modalità 1080p, identificato nei televisori con un bel logo “FULL HD”
I televisori FULL HD sono i prodotti con la massima qualità attualmente in commercio.
Dal punto di vista dei pixel per ogni frame abbiamo che il 1080p può vantare 2.074.000 pixel rispetto a 1.037.000 del 1080i e 922.000 pixel del 720p.
Una differenza notevole con una qualità video che può notare anche il consumatore meno attento.

Ma ora che abbiamo il televisore, dobbiamo cercare qualcosa da vedere in alta definizione
Sarà questo l’argomento nella seconda parte, quando parleremo di Sat, digitale terrestre, e DVD cercando di capire quale formato per l’alta risoluzione venga utilizzato.