un convegno sulla tutela delle tv locali – News regione – notizie

Pubblichiamo un comunicato stampa riguardante un recente incontro organizzato a Sassari dal “partito dei sardi” che offre alcuni spunti di riflessione sulla crisi dell’informazione nell’isola.

Un’ Agenzia dell’Informazione e un canale televisivo pubblico interamente gestito dalla Regione, insieme ad interventi per favorire l’occupazione professionistica nel giornalismo e l’aumento di fondi per la diffusione della lingua e della cultura sarde.

Sono queste in sintesi le proposte emerse nel convegno “Informazione, sovranità e libertà, tenutosi il 5 dicembre nell’aula magna dell’Università di Sassari, organizzato dal Partito dei Sardi. Nell’incontro, a cui hanno partecipato Romano Cannas, ex direttore di Rai 3 Sardegna, Daniela Scano, giornalista vice presidente di Assostampa, Bartolomeo Porcheddu, editore di Logo Sardinia, Francesco Era, avvocato e consigliere comunale di Sassari, Franciscu Sedda, semiologo e segretario nazionale del Partito dei Sardi, si è discusso su come reagire alla scomparsa di numerose testate giornalistiche sarde davanti alle esigenze di una informazione libera, pluralista e di qualità.
Dalla relazione di Daniela Scano di Assostampa è emerso come in pochi anni i livelli occupativi siano crollati: i giornalisti contrattualizzati sono calati del 40 per cento, emittenti che sono state importanti nel panorama dell’informazione dell’Isola hanno chiuso i battenti o si sono ridotte a svolgere ruoli limitati e secondari, mentre l’informazione sul web non ha praticamente creato posti di lavoro stabili. L’emergenza, che colpisce spazi di informazione da considerarsi presidi di democrazia ai quali la Sardegna non può e non deve rinunciare, non è stata colta dagli amministratori pubblici. La politica, ha detto Scano, ha come referenti gli editori, e non i giornalisti ed è per questo che i problemi veri dell’informazione vengono ignorati.
locandina

Si è discusso dell’ipotesi di lavoro, proposta dal Partito dei Sardi, di istituire una Agenzia dell’Informazione della Sardegna, che favorisca la costituzione di una rete informativa pubblica regionale, tale da garantire la pluralità e la qualità dell’informazione professionistica e la diffusione della lingua e della cultura dell’Isola.

Ipotesi accolta con favore da Romano Cannas, il quale da ex direttore Rai ha lamentato come il servizio pubblico radiotelevisivo in Sardegna abbia rinunciato ad una caratterizzazione identitaria, riducendo al minimo la produzione e la diffusione di contenuti in lingua sarda e dedicando poco spazio alle peculiarità culturali dell’Isola.
 Per Cannas è evidente l’assenza della politica e delle istituzioni davanti alla crisi epocale del sistema informativo, che è solo in parte da collegarsi al cambiamento epocale dei mezzi di comunicazione. I rapporti fra editori e politici nella gestione delle risorse pubbliche, ha spiegato Cannas, sono intessuti senza la necessaria mediazione dei professionisti del settore. Spesso, anzi, i giornalisti più capaci vengono emarginati o esclusi dalle decisioni nei progetti editoriali. Ma a fare autocritica, oltre agli editori, devono essere gli stessi giornalisti, i quali non devono nascondersi dietro l’alibi dell’esplosione della rete Internet e promuovere l’innovazione nei settori tradizionali.

Per Francesco Era, primo firmatario di un Odg sulla tutela dell’informazione locale approvato all’unanimità dall’Assemblea sassarese, è necessario istituire un osservatorio permanente per monitorare la rapida evoluzione de sistema informativo, mentre una agenzia dell’informazione dovrebbe essere pensata come un organo di coordinamento dell’attività delle piccole testate del territorio. Le quote dei finanziamenti pubblici dovrebbero essere assegnate vincolando le risorse alla produzione di programmi in lingua sarda e di diffusione della cultura locale, su parametri indicati dall’Agenzia. In seno all’Agenzia dovrebbe nascere una figura di management che individui risorse disponibili nei programmi di finanziamento europei (es. programma Europa creativa).

 

Bartolomeo Porcheddu ha rilevato l’inadeguatezza delle leggi che attualmente consentono di stanziare risorse per la diffusione della lingua e della cultura sarda e per la tutela delle minoranze linguistiche. La legge 26 regionale e la 482 nazionale, ha detto Porcheddu, sono basate sul finanziamento di progetti isolati, mentre occorrerebbero nuove normative capaci di finanziare un sistema istituzionale permanente fondato sul bilinguismo. Già nell’immediato, ha spiegato l’editore, si potrebbe accedere a più ingenti risorse nell’ambito dei fondi della 482, rendendo il Sardo una lingua ufficiale istituzionale, come hanno fatto altre regioni a statuto speciale.

Franciscu Sedda ha invece insistito sulla necessità prioritaria di azioni politiche di ispirazione indipendentista dirette a creare nuove istituzioni anche attraverso l’utilizzo degli spazi di sovranità presenti nella normativa e nella condizione vigente. Da qui il progetto di una Agenzia dell’Informazione come braccio operativo dell’Assessorato alla Cultura, che possa creare le condizioni per la creazione di un sistema nazionale della comunicazione, favorendo la messa in rete delle realtà editoriali già esistenti nella produzione di contenuti relativi alla lingua e cultura della Sardegna e promuovendo la libertà creativa di nuovi soggetti dell’informazione. A questo scopo, ha suggerito Sedda, sarebbe importante che la Regione ottenesse la gestione autonoma di un canale televisivo pubblico nelle frequenze di Rai Sardegna, dove far confluire le produzioni finanziate grazie ai fondi disponibili in base alle leggi vigenti. Uno spazio televisivo, ha aggiunto Sedda, sul modello di TV3 Catalogna, la rete pubblica finanziata dalla Generalitat catalana, che potrebbe fungere da laboratorio creativo e da volano per le attività culturali ed economiche della nostra Isola, oltre che impegnare professionalità del settore. Naturalmente, ha precisato Sedda, occorre in questa fase anche pretendere il dovuto in materia di finanziamenti dallo Stato italiano, agendo sulle leve del Contratto di Servizio radiotelevisivo e sugli oneri di servizio. E’ indispensabile inoltre, ha aggiunto Sedda, occuparsi delle attuali vertenze occupazionali anche con il coinvolgimento del Corecom, il comitato regionale per la comunicazione.

Fra gli intervenuti, il giornalista e membro del Corecom Massimo Sechi, che si è impegnato a sottoporre all’attenzione del comitato le proposte scaturite dal convegno.

Il giornalista Salvatore Taras, ha proposto di sfruttare le possibilità offerte dalla legge nazionale 150 che incentiva gli enti pubblici locali a dotarsi di uffici stampa affidati a professionisti, proposta che verrà presa in considerazione nell’azione politica promossa dal Partito dei Sardi.

Fra gli altri interventi, quello di Alessandro Pinna, giornalista e coordinatore del Partito dei Sardi a Porto Torres, di Tino Tellini, pubblicista e scrittore, di Franzisca Frigau, di Sardigna Natzione. Il convegno moderato da Marco Sanna, giornalista e attivista del Partito dei Sardi, si era aperto con i saluti e l’intervento di Ottavio Sanna, coordinatore territoriale del Partito dei Sardi.