– spegnere non è semplice!

Data di pubblicazione: 12/6/2005

Televisione

Nella freddezza tra Viale Mazzini e il governo è giunto il momento del nodo Sardegna. Nell’isola e in Val d’Aosta il governo aveva riposto le speranze di poter mantenere la data di inizio 2006 per i primi «spegnimenti» delle trasmissioni analogiche.

Tanto più ora che è stato ufficializzato che comunque fin al 2008 di switch off non si parlerà più nel resto del paese. La Sardegna e la Val d’Aosta dovevano così restare a salvare l’immagine di un governo che molto ha speso, anche in termini di contributi pubblici, per accelerare la causa del digitale terrestre.
Ma anche questa Maginot mostra segni di cedimento. In Sardegna i lavori vanno a rilento. Viale Mazzini per ora si è impegnata a coprire con i suoi impianti digitali i tre capoluoghi storici entro marzo e il resto dell’isola, ma sempre in ambiti cittadini, entro luglio 2006. Ma si parla solo di copertura, non certo di spegnimento delle trasmissioni analogiche.
Ma non è questione di impianti. La verità è che la diffusione dei decoder per vedere le nuove trasmissioni sui televisori tradizionali è il contrario di una marcia trionfale. In tutta la Sardegna ci sono circa 600 mila famiglie e altrettante seconde case per vacanze. Anche con i nuovi obiettivi ridotti di spegnere l’analogico nei soli capoluoghi storici si tratterebbe di coprire 400 mila famiglie. I decoder effettivamente installati sarebbero però si e no la metà, 200 mila. E questo senza tener conto del fatto che se le famiglie sarde sono in totale 600 mila gli apparecchi televisivi censiti sono 900 mila: 1,5 a famiglia. Ma ogni famiglia riceve il contributo per un solo televisore: e l’altro a che cosa servirebbe più, dopo lo spegnimento?
fonte LaRepubblica.it