Sempre più crisi per le tv locali – Editoriali – notizie

E’ una crisi infinita quella che coinvolge l’intero paese, e che coinvolge  tutti i settori compreso quello televisivo.  A livello nazionale viene dato risalto solo  a situazioni come quella di SportItalia, ma la realtà delle emittenti locali è a dir poco preoccupante, con scioperi e licenziamenti che interessano un po’ tutte le regioni.

Per quanto ci riguarda conosciamo la situazione della nostra regione:

Sardegna 1

Giorgio Mazzella cede l’azienda ad una nuova società che secondo quanto riferiscono i sindacati non ha nemmeno i soldi per pagare gli stipendi. I lavoratori sono in assemblea permanente e ieri 4 novembre nella terza giornata di sciopero, si è svolto un incontro con alcuni parlamentari sardi.

La situazione degli impianti è buona, ma persistono disagi nelle zone interne e nei ponti minori. Recentemente è stato riparato un guasto al trasmettitore da Monte Oro (Sassari).

Videolina

Pur essendo tra le emittenti isolane, quella con meno problemi, si è cercato nell’ultimo anno di ridurre le spese con una serie di tagli. In primo luogo è stato eliminato il segnale dal satellite. Sono stati operati delle riduzioni riguardanti le trasmissioni sportive e ove possibile si è fatto meno di personale (ad esempio per “Il Meteo”)

Non ci sono particolari difficoltà nella gestione degli impianti di trasmissione.

Nova Tv

Già in difficoltà economiche in passato,  raggiunse un periodo decisamente buio l’anno scorso con la cassaintegrazione di una decina di lavoratori.
Attualmente l’emittente sembra essersi in parte ripresa, e cerca di proporre anche qualche evento del territorio in diretta.  Gli impianti risultano spenti a Sassari ed Alghero, mentre nelle altre zone dell’isola si segnalano saltuariamente  delle brevi interruzioni del segnale.

Cinquestelle Sardegna

La crisi del gruppo Tesar, colpisce non solo la tv, ma anche l’emittente Radio Internazionale. Soprattutto per quest’ultima ci sono stati nel periodo 2011-2012 diversi problemi in tutta la rete di trasmissione.

Per alcune piccole, ma importanti realtà locali il compromesso è stato quello di abbandonare l’idea di investire in nuovi impianti. E’ il caso ad esempio di TeleSardegnaSupertv.

Altre, dopo cambiamenti societari, cercano nuovamente di riprendersi, ma anche in questo caso pur avendo la possibilità di coprire tutto il territorio regionale,  si ritrovano invece con una copertura limitata e con nuove attivazioni promesse di giorno in giorno, che vengono poi puntualmente rinviate. Come ad esempio Teletirreno Sardegna.

canale 40

Nonostante questo ci sono anche buone notizie. Per Canale 40 emittente particolarmente seguita nel sulcis, la crisi culminò nel 2009 con la chiusura. L’emittente continuò a trasmettere saltuariamente il segnale di radio Luna. La sua rinascita si deve all’accordo di nuovi soci che credono in questo difficile rilancio.

Potrebbe esserci qualcosa di simile anche per Antenna1, emittente di Sassari, che dopo essere caduta in gravi difficoltà economiche e aver messo in cig tutti i lavoratori  non risulta più attiva. A complicare le cose in questo caso vi è anche lo sfratto della postazione in cui l’emittente trasmetteva.

I primi segni della crisi si ebbero nel  2008, quando la tv non fu più in grado di garantire la trasmissione delle sedute in diretta del consiglio comunale di Sassari.  A seguire ci fu la sospensione del giornale e di tutti i programmi autoprodotti. Antenna 1 rappresentava una valida fonte di notizie per tutta la provincia di Sassari. Nella città rimane quindi in piedi solo il mux trasmesso da Telegì.

Per il consumatore finale, ossia per il telespettatore emerge una situazione tutt’altro che soddisfacente in quanto ci sono zone un tempo coperte dalle emittenti, che non vedono più il segnale, non da mesi ma in certi casi, anni.
La manutenzione e l’attivazione di un ponte tv comporta infatti dei costi, che le emittenti possono sostenere solo se giustificati dall’arrivo di ulteriori sponsor  e da un netto aumento degli ascolti.

La situazione appena descritta riguardante la nostra isola vale purtroppo per molte altre regioni. E’ un periodo nero per l’emittenza locale.  Certo le motivazioni possono essere diverse, non si può liquidare il tutto con la parola “colpa del digitale terrestre”.  In certi casi abbiamo assistito anche ad una totale mancanza di pianificazione, rilancio e promozione da parte degli editori.

In Sicilia ad esempio recentemente ha chiuso l’emittente TeleD. Ci sono licenziamenti ad Antenna Sicilia e contratti di solidarietà per  Telecolor e Telejonica. In Puglia Telenorba ha messo in cig 50 dipendenti.  Ma va male anche nel nord Italia dove chiudono emittenti storiche nate negli anni 70.
Drammatico il bilancio della Slc-Cgil: il 90% delle emittenti locali italiane ha fatto domanda per la cassa integrazione.