– Scoppia la guerra dei numeri

Data di pubblicazione: 4/19/2010

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Venerdì 16 aprile l’Agcom ha avviato una consultazione riguardante lo schema di numerazione automatica LCN per decidere la numerazione automatica LCN dei canali terrestri.
Prima di tutto chiariamo per i non esperti in cosa consiste la numerazione LCN acronimo di Logical Channel Number.
Si tratta in sostanza di un sistema di numerazione automatico, che permette di assegnare automaticamente ad ogni emittente una precisa posizione nel numero del telecomando.
In teoria ci sarebbe quindi il vantaggio per l’utente di dover evitare lo spostamento manuale delle emittenti, operazione che con l’analogico visti i pochi canali disponibili poteva essere fatta in pochi secondi, mentre con il digitale, a seconda del ricevitore, specie per le persone anziane o per coloro che comunque hanno un poco di fretta, richiede invece un po’ di pazienza.
Pertanto da una lato abbiamo la numerazione manuale che lascia la massima libertà agli utenti ed è la gioia per gli amanti delle tecnologie, permettendo inoltre ai nipoti di ottenere una giusta ‘paghetta’ da parte delle nonne che non si ritrovano più i loro canali preferiti, dall’altra parte abbiamo la LCN che una volta trovati i canali deve impostarli automaticamente nelle numerazioni predefinite.

E qui nasce il problema perché ovviamente tutte le emittenti vogliono essere ad i primi posti, sono nati così diversi conflitti di numerazione, con più canali che richiedono di essere memorizzati nella stessa numerazione.

Ricordiamo brevemente che per fare ordine all’elenco delle emittenti esistono ulteriori alternative:
la funzione preferiti, presente in tutti i televisori o ricevitori.
L’ordinamento alfabetico in base al nome dell’emittente
la possibilità di nascondere per chi non fosse interessato i canali pay tv e sintonizzare solo quelli in chiaro.

Per quanto riguarda il discorso LCN la bozza di Agcom prevede la seguente numerazione:

  • dal numero 1 al 9: canali generalisti nazionali
  • dal numero 10 al 19: emittenti locali (che già trasmettevano in analogico o particolarmente rilevanti a livello regionale)
  • dal numero 20 al 70: altri canali digitali nazionali tematici, divisi in base alla programmazione
  • dal 71 al 100 : altre emittenti locali “secondarie”, quindi nate da poco o con copertura locale
  • dal 100 al 200: stessa sequenza vista sopra
  • dal 300: canali pay tv
  • dal 500 a 599: canali in alta definizione
  • dal 600 a 699: emissioni radiofoniche
  • Da segnalare inoltre che l’Agcom ha proposto inoltre l’introduzione di una nuova modalità di ordinamento che tenga conto del tipo di programmazione dell’emittente e l’introduzione di liste personalizzate.

    Non si sono fatte attendere nella nostra regione e nel resto d’Italia le proteste delle emittenti locali. Come riportato in un articolo su L’unione Sarda, l’editore di Sardegna Uno, Giorgio Mazzella afferma: “Ci hanno intrattenuto per vari mesi a Roma, con una serie infinita di riunioni. E ci hanno anche detto che, al massimo, dopo i primi otto canali nazionali ci sarebbero stati quelli sardi”, sollecitando inoltre un rapido intervento del governatore Cappellacci.

    L’amministratore delegato di Videolina, Federico Marturano:”rischia di causare ulteriori danni, mettendo a dura prova l’informazione regionale dell’Isola, ormai da tantissimi anni radicata in un territorio particolare come la Sardegna. Non mi sembra che nei canali nazionali si dedichi tanto spazio alle vicende di casa nostra”
    E specie su quest’ultima frase è molto difficile dargli torto, magari sarà un argomento da trattare in futuro o da discuterne sul nostro forum.
    Dello stesso avviso altre emittenti come Nova tv e Cinquestelle: “Gli spettatori non riescono a trovare i canali, perché le numerazioni cambiano continuamente”

    Ricordiamo comunque che quella dell’ Agcom non è una scelta definitiva, ma una consultazione. Ora verranno pertanto convocate le associazioni delle emittenti per arrivare a breve ad una decisione definitiva.