– Quale futuro per la radio?

Data di pubblicazione: 4/2/2007

Radio

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Un’analisi dell’Università Sorbona di Parigi presentata a Milano, ha reso noto che l’80% della popolazione europea ascolta la radio. Tuttavia a questo dato così confortante va contrapposta la fascia d’età fra i 14 e i 18 anni che preferisce ascoltare gli mp3 ed abbandona la radio a favore delle altre tecnologie digitali.

L’analisi è stata presentata il 28 marzo a Milano ad un incontro al Museo della Scienza e della Tecnica su ‘Senza antenna’ da Albino Pedroia, dell’Università la Sorbona di Parigi. “Il declino della radio fortunatamente è lento, ma la lentezza è un grosso handicap perché non incita ad incamminarsi sulla via del digitale – ha detto Pedroia – L’industria fonografica ha conosciuto lo stesso fenomeno: in un primo tempo ha ignorato e poi combattuto la dematerializzazione della distribuzione e in 6 anni ha visto il suo fatturato diminuire del 30%”.
A suo vantaggio la radio può contare sul fatto di essere un mezzo che si adatta costantemente all’evoluzione della società. All’inizio era solo generalista, poi con Fm è diventata tematica. La nascita della televisione ha provocato una trasformazione anche alla radio e l’arrivo del transistor ha reso l’ascolto più mobile e individuale. “Per digitalizzare un mezzo di comunicazione ci vogliono due attori principali, gli ingegneri che sviluppano le tecniche e gli industriali che le utilizzano – ha spiegato Pedroia – L’esperienza mi ha insegnato che nessuna nuova tecnologia si impone se non risponde ad un bisogno sociale”. L’evoluzione sarà quindi lunga ma inevitabile soprattutto perché la tecnologia digitale permetterà un aumento della mobilità, una più forte individualizzazione e personalizzazione dei contenuti, un’offerta più abbondante. “Si potrà ascoltare – ha concluso Pedroia – quello che si vuole, quando si vuole e dove si vuole”.
fonte Ansa