LTE: tra offerte e interferenze – News regione – notizie

Questi giorni partono le prime offerte commerciali da parte di Tim e Tre per la tecnologia LTE, almeno per quanto riguarda le frequenze impiegate nella banda alta. Ovviamente la copertura è assicurata solo per poche città.

Tim è stata la prima ad offrire le offerte, attivabili a Roma, Torino, Napoli e Milano. In questo caso si parte da un costo  di euro 35 con 20 GB di traffico mensile.

Vodafone presenta il servizio a Roma e Milano con un’offerta in abbonamento a partire da  30 euro mensili, a cui sommare i 49 euro della chiavetta. Il limite è di 15GB di traffico mensile.

velocità reale

Tre lancerà il servizio nel mese di dicembre, ma è stato già attivato il servizio  ad Acuto, piccolo paese del Frosinone. L’azienda dichiara infatti di non volersi concentrare esclusivamente nelle grandi città, ma di puntare al superamento del digital-divide cercando di garantire con il tempo una copertura estesa anche alle aree rurali.

Le prime prove sul campo, e quindi reali si sono dimostrate piuttosto interessanti. Oltre al ping effettivamente basso, la Tim ha raggiunto i 100Mbps effettivi.
L’immagine (fonte forum mondo3) mostra un test reale di un consumatore a Roma.
Tre ad Acuto è arrivata a poco più di 80Mbps in download e 10 in upload. Ricordo che teoricamente LTE consente una velocita di 100Mb/s in download e 50Mb/s in upload.

Per la Wind che si è aggiudicata solo la banda 800 MHz, si dovrà attendere al  2013. Infatti per la prima porzione quella che comprende i canali tv 61-69 e che assicura la maggiore copertura, bisogna in primo luogo aspettare che le tv liberino le frequenze, ma soprattutto come confermano i primi test, è fondamentale che vengano risolti i problemi di interferenza verso gli utenti del digitale terrestre.

Proprio su questo punto,  già da diversi mesi sono in atto dei vari incontri e tavoli tecnici tra le diverse parti interessate. Quello che emerge chiaramente è come per le emittenti televisive non vi sia pace. Oltre ad essere state sfrattate dalle proprie frequenze, vedono ora  la possibilità di essere interferite proprio dal nuovo servizio. A tal proposito ricordiamo l’attuale situazione delle emittenti isolane nei canali 61-69:
62 mux Retecapri Alpha, 63 mux Telegì, 64 mux Teletirreno, 65 Rete A mux 1, 66 mux Antenna, 67 Tivuitalia, 68 mux Telesardegna

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Per quanto riguarda le interferenze, In primo luogo si avrebbe un problema dovuto alla “forza” dei segnali LTE in grado di mandare in saturazione i ricevitori del digitale, ed in secondo luogo le interferenze più evidenti  sono nei canali tv più alti, adiacenti alle frequenze usate dai trasmettitori.

filtro
Non parliamo di qualcosa di teorico, l’argomento è stato già verificato da prove sul campo ed in laboratorio. I principali produttori di tv hanno già tenuto conto delle possibili lamentele da parte dei consumatori. Questi ad esempio i consigli di Toshiba https://aps2.toshiba-tro.de/kb0/TSB21038P0000R01IT.htm

Secondo le analisi compiute dal Centro Ricerche Rai, possono verificarsi  fenomeni di intermodulazione anche nei casi dove la postazione LTE sia distante oltre 1 km da quella dell’impianto tv ricevente.
E’ chiaro, sottolinea il CRR, che per poter rendere le due tecnologie compatibili, occorra studiare dei limiti per gli operatori LTE, cercando di regolamentare meglio le potenze in gioco e studiando sistemi di cross-polarizzazione  atti a ridurre le interferenze.  Non va sottovalutato anche l’impatto che telefoni, tablet, e chiavette LTE possono avere quando si trovano a poca distanza da ricevitori o televisori.

Per sostenere i costi per l’acquisto da parte dei consumatori di filtri e altri strumenti idonei ad evitare questi problemi,  in un primo momento si pensava ad un fondo operativo dal 1 gennaio 2013.

Ma nel decreto “Crescita 2.0” tale iniziativa è stata eliminata, e pertanto teoricamente  i cittadini dovrebbero  totalmente farsi carico di questi costi.
Tuttavia è di questi giorni la notizia della ricerca di un accordo da parte degli operatori mobili per costituire un fondo comune su base volontaria, dal quale attingere per i casi di interferenze ( si prevede possano interessare almeno 1 milione di utenze). Nulla però è stato ancora scritto su carta.

 

Alcuni prevedono, partendo da queste considerazioni, scenari apocalittici e fallimentari, per la nuova tecnologia, che certamente non parte nel modo migliore (e non solo da noi; a Londra sono segnalate interferenze ad i radar degli aeroporti).
I più esperti si limitano a sottolineare, come in molti casi non sia sufficiente un banale ed economico filtro passa-banda.  Potrebbe essere necessario adeguare l’intero impianto con antenne più direttive o cercare di ricevere i segnali da un ponte diverso da quello utilizzato normalmente.

 

Considerazioni finali


Premesso che ogni lettore si sarà certamente fatto una precisa idea sulla situazione.  E’ da sottolineare inoltre come le velocità indicate dagli operatori, sono  del tutto teoriche  e subiranno un notevole ribasso quando il servizio avrà una certa diffusione, dovuto al fatto che la singola cella sarà impiegata da diversi utenti.
Infatti quello che non viene quasi mai specificato è che le velocità indicate, si riferiscono alla banda presente nella singola cella.  Le Telco, promuovono il servizio soffermandosi sulla velocità, ma i vantaggi reali della tecnologia sono anche  altri.

Cercando di riassumerli:

– Tutte le comunicazioni, anche vocali di una rete LTE viaggiano su connessioni a pacchetto tramite protocollo TCP/IP  (in Italia le chiamate voce in chiavettaquesta prima fase non sono ancora state implementate)
– Le connessioni  verso gli utenti presentano diverse qualità di servizio Qos
– Supporto alla mobilità:  dovrebbe essere possibile collegarsi al servizio viaggiando anche a  350 km/h

– Latenza paragonabile a quella di una normale linea adsl

Personalmente, credo che una volta che il servizio sarà a regime possa garantire velocità effettive di  circa 7 Mb/s, che già invece avremo dovuto raggiungere con la tecnologia HSPA e HSPA+ ma che di fatto invece raramente va oltre i 3Mb/s
I costi del nuovo servizio e la presenza delle adsl nei centri abitati, rende a mio avviso questa tecnologia più interessante per le aree rurali.

Considerando che tutte le offerte hanno dei limiti di traffico, e che gli utenti nella propria abitazione preferiscono collegarsi con il wireless, non si capisce per quale motivo gli abbonati dovrebbero abbandonare  il “vecchio” sistema HSPA . O almeno non lo si capisce se ci limitiamo a considerare il tutto solo sul fronte delle velocità promesse e che probabilmente nei prossimi mesi ci saranno ripetute sino alla nausea, negli spot commerciali.

Il discorso si fa più interessante se consideriamo invece il fatto che l’attuale rete è già satura, e che oltre alla velocità il nuovo sistema si porta dietro altri vantaggi, alcuni dei quali riepilogati sopra. Tenendo conto poi che il Wimax non parte (e sui motivi si potrebbe scrivere parecchio)  in questo caso la nuova tecnologia potrebbe essere utile,  se impiegata anche nelle campagne,  come quelle della nostra isola dove vivono migliaia di famiglie impossibilitate ad attivare una linea adsl.