– 30 frequenze per la Sardegna

Data di pubblicazione: 12/21/2007

Televisione

Immagine Ridimensionatafonte Apcom
Roma, 14 dic. (Apcom) – Alla fine saranno oltre 30 gli impianti-frequenze a disposizione in Sardegna con lo switch off della tv analogica e il passaggio alla nuova tecnologia digitale,previsto per marzo 2008.
E’ questo il risultato del lavoro dell’ Autorita’ per le Comunicazioni, che ha messo apunto i “Criteri per la completa digitalizzazione delle reti tv della Sardegna”, la prima regione che diventera’ realmente All digital come si dice tecnicamente.

Undici frequenze televisive saranno quelle disponibili a livello internazionale, perche’ assegnate all’ Italia dalla Conferenza di Ginevra. Altre 24 frequenze si renderanno disponibili dopo trattative con i paesi confinanti (Francia, Tunisia e Libia).

Il lavoro dell’ Agcom e’ ancora provvisorio, perche’ dovra’ passare per un ‘tavolo tecnico’ con il ministero delle Comunicazioni e gli operatori interessati, che sara’ convocato entro dieci giorni e i cui lavori dovranno durare quindici giorni.
Alla fine sara’ comunque il ministero di Paolo Gentiloni ad assegnare le frequenze.

Le reti individuate dall’Authority sono di norma isofrequenziali, cioe’ in grado di realizzare la copertura del territorio regionale con una singola frequenza: obiettivo questo, secondo l’Agcom, da perseguire ”al massimo grado”, per ”trarre il massimo vantaggio dal risparmio di frequenze e dall’efficienza che tale tecnica permette di conseguire”. La copertura prevista e’ almeno l’80% del territorio dell’isola e di tutti i capoluoghi di provincia, ma vengono anche ipotizzate aree di minor estensione, di interesse provinciale o pluriprovinciale.

L’Agcom indica alcuni criteri con cui assegnare le frequenze, in ordine di priorita’:consentire la continuita’ della trasmissione degli attuali programmi analogici anche in digitale; assegnare alla Rai le frequenze necessarie per svolgere gli obblighi di servizio pubblico; assicurare alle tv nazionali una copertura il piu’ possibile uniforme di almeno l’80% del territorio per ciascuna rete e alle emittenti locali almeno un terzo delle frequenze disponibili o della capacita’ trasmissiva; garantire un ‘dividendo’ ai nuovi operatori; salvaguardare la disponibilita’ di frequenze a disposizione di soggetti terzi; assegnare frequenze ai servizi DVB-H (cioe’ sui videofonini);
riservare un congruo numero di frequenze per lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali.