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SardegnaHertz






Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#1
Studente
Studente


Frugando nel forum di Sardegnahertz e leggendo commenti e discussioni che orbitano intorno alla radio, ho letto più volte di conduzione in diretta, bianchi preincisi, rubriche, mixati e quant'altro, offerti all'emittente in forma gratuita; altre volte si è alluso a collaborazioni retribuite, ma di poche ore al giorno, e che quindi pongono il conduttore/speaker/dj, nella condizione economica di esercitare anche un'altra professione.
Parliamone.
Questa è la mia posizione: riguardo al volontariato, che pensavo estinto come i dinosauri, continuo a sperare che la smania di sentire la propria voce in diffusione FM, non induca il giovane conduttore - o il nostalgico attempato! - a ridare vita alla vecchia pratica del volontariato, ora di gran moda nelle grandi aziende con il nuovo nome di stage. Spero vivamente che non si riinizi a proferire parola gratis; piuttosto meglio registrare la propria performance, caricarla su SoundCloud e riascoltarla a ripetizione e/o inviare il link ad una mailing list di amici e parenti. Il risultato sarà lo stesso: amici e parenti diranno "che bravo!"- che lo pensino o no! - come se si andasse in onda in FM.
Lavorare gratis - perché di lavorare si tratta, visto che in base a quella conduzione, rubrica o mixato, l'editore proporrà agli inserzionisti spazi pubblicitari a pagamento! - svaluta la prestazione del professionista, e del volontario qualora diventasse professionista. Dietro la promessa che quando si dovesse imparare si verrà retribuiti, si celano due verità: la prima è che non svolgendo il suddetto volontariato presso grandi network non si ha nessun esempio dal quale attingere le competenze richieste al professionista, e la seconda è che quando il volontario batterà cassa, il suo posto verrà preso da un altro credulone.
Anticipo il prossimo commento: ma allora, si deve buttare in onda il primo che viene? No. Gli si fanno buttare giù due righe, se confonde il congiuntivo con il condizionale gli si stringe la mano e lo si rimanda a casa, se invece pare avere stoffa lo si fa incidere per il tempo che serve; il conduttore in erba farà esperienza, ma nessuno sfrutterà il suo tempo.
Riguardo alle collaborazioni che vanno dalle saltuarie (speakeraggio spot, rubriche, mixati...), a quelle delle poche ore al giorno per diretta quotidiana, fino a quelle part-time vere e proprie, credo che dal mondo lavorativo radiofonico locale sia tutto ciò che ci si possa aspettare. Soprattutto in un momento storico come questo, ma del resto anche 20 anni fa, non vedo nulla di male a campare di due mestieri: al mattino commesso/a alla Rinascente e di pomeriggio in onda, al mattino in diretta e di pomeriggio bagnino/allenatrice/operaio/impiegata. Del resto, molti conduttori, anche fra i nazionali, completano le loro entrate economiche con serate di conduzione dal vivo o in discoteca; se il conduttore locale abbina quindi la radio all'officina o alla fabbrica non ci vedo nulla di strano. Ciò che rasenta il ridicolo è che l'editore locale, che non può ovviamente permettersi un direttore artistico, un responsabile che badi alla linea editoriale, sia per di più part-time! Tornando al conduttore/speaker/Dj, quello che importa è che il compenso per la sua collaborazione sia previsto negli accordi e puntuale nei versamenti, e che il suo impegno in radio sia serio quanto quello in fabbrica.
Se al conduttore volontario non si può domandare di seguire una linea editoriale tracciata, al retribuito si può - e si deve! -.
Se il conduttore volontario all'inizio di gennaio e di luglio trova più interessante andare per saldi piuttosto che in radio, non si può certo dir nulla, perché ti ci manda di santa ragione; il collaboratore retribuito andrà per saldi durante le ferie.

Inviato il :17/7/2014 18:02


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#2
Nobel
Nobel


Si vede che non hai mai fatto la commessa,visto che se non ti riferisci a quelle/i dei negozietti in via di estinzione,quelle/i dei supermercati fanno i turni per coprire l'orario di apertura,di solito dalle 9 alle 21 e il tempo libero non ce lo hanno sempre nelle stesse ore.L'editore dovrebbe essere così gentile da spostare la diretta a seconda del tempo libero ogni settimana o anche ogni giorno? L'effetto per chi ascolta sarebbe sempre quello del volontario spinto dalla passione...Non facciamo paragoni con i conduttori nazionali che si fanno le serate per arrotondare,per cortesia,è tutt'altra cosa e tutti altri compensi.
Nessuno ha mai pensato invece ad abbattere il tabù dell' "esclusiva"? In una città e dintorni,di solito,esiste più di un'emittente radio;per cui non capisco cosa impedisca ad un conduttore di farsi 3/4 ore la mattina in una radio e il pomeriggio in un altra ad esempio.Queste sì che sarebbero due occupazioni perfettamente compatibili fra di loro.Se il conduttore è un professionista,non avrà alcuna difficoltà a cambiare stile a seconda del format della radio in cui va in onda...Adesso mi si dirà che le radio da noi non hanno alcun format,ma questo non è un problema degli speakers...

Inviato il :17/7/2014 19:59


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#3
Studente
Studente


E dai Gap, sii più elastico! Non tutti i part-time sono compatibili con una seconda occupazione in una radio locale, è evidente. Se il dipendente impiegato nella grande distribuzione non può garantire la presenza in radio con orari costanti, potrà garantire la diretta chi lavora ai mercati generali; sei soddisfatto? E' chiaro che nemmeno un camice bianco potrà mai nascondersi dietro ad un Neumann, ce ne faremmo una ragione...
Quello che voglio sottolineare è che la conduzione e lo speakeraggio in radio locale non sono incompatibili con altre occupazioni.
Leggi meglio: non ho scritto che per arrivare a fine mese il conduttore nazionale deve arrotondare con le serate di conduzione, ho scritto che completa le proprie entrate economiche, ribadendo il fatto che la conduzione può essere abbinata ad altra occupazione: per il conduttore nazionale un'occupazione affine all'ambito spettacolo nel senso più ampio del termine, per il conduttore locale magari in fabbrica.
Nonostante ciò, anche nel sempre più piccolo panorama radiofonico sardo ci sono stati, e ci sono anche ora, conduttori che completano il loro lavoro alla sera in discoteca come Dj, nella conduzione in piazza, soprattutto in estate, o in teatro.

Inviato il :17/7/2014 21:42


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#4
Nobel
Nobel


Ah!Ah! Dai mercati generali alla radio! Ma non contrasta con il tuo metodo di "scrematura" dei potenziali candidati? Perché suggerivi di far buttare loro giù due righe per vedere se confondono il congiuntivo con il condizionale,e lasciando perdere i mercati generali ma comprendendo anche i laureati,mi sa che rimarremmo in quattro (peraltro già iscritti a questo sito) ...


Inviato il :17/7/2014 23:13


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#5
Studente
Studente


E perché mai dovrebbe contrastare?
Non sarai mica di quelli che credono che a lavorar la terra, dalla semina alla vendita ai mercati generali, siano i cretini e a far di conto tutti gli altri?
Ri-leggi bene: non ho proposto di partire dal titolo di studio dell'aspirante conduttore, tantomeno dalla sua altra occupazione, per farsi un'idea sulle sue potenzialità: nessun pregiudizio, e soprattutto lungi da me nessun classismo; ho proposto di verificare se conosce la differenza fra congiuntivo e condizionale; un modo come un altro per capire se ha propensione alla parola o se invece conosce a mala pena le 500 parole che mediamente rappresentano il bagaglio linguistico italiano di un eritreo/somalo/afgano/nigeriano/ganese/siriano ad un anno dallo sbarco disperato a Lampedusa.

Inviato il :18/7/2014 8:39


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#6
Nobel
Nobel


So bene che lavorare la terra può anche essere una scelta fatta dopo anni di studi appropriati e credo anche che l'ignoranza non c'entri nulla con la stupidità:ci sono persone ignoranti tutt'altro che stupide e viceversa.Sai quante persone che sentendole parlare immaginavo colte,mi hanno deluso dopo che mi è capitato di vedere un semplice foglietto della spesa scritto a mano con grossolani errori da prima elementare o leggendo un sms del tipo "allora ci vediamo oggi ho domani?"...Il tuo metodo non mi sembra molto efficace,tutto qui.

Inviato il :18/7/2014 19:42


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#7
Studente
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Arriviamo ad un punto che metta tutti d'accordo Gap - tutti poi... al massimo io e te, visto che questo sta diventando un dialogo a due -: dopo essersi svenati per un modello di Neumann, spesso comprato al solo scopo di superare in dotazione studi, la radio diretta concorrente, c'è necessità di scegliere chi debba farne vibrare la membrana. Per poter essere nella posizione di scegliere bisogna pagare, diversamente ci si deve accontentare di chi ti fa la cortesia di non far depositare polvere sul gioiello appena acquistato. Se si è nella posizione di pagare, e quindi di poter scegliere, che si trovi un metodo e si scelga.
Io son del parere che la cultura - e non la scolarizzazione! -, accompagnata da capacità di affabulazione, debbano essere le discriminanti; pleonastico ricordare che l'aspirante conduttore debba essere informato sull'attualità e se l'ultimo libro che ha letto non s'intitolava "Instructions of Silk Epil" come Miss Bidda, è meglio.
Ogni metodo è ammesso per scoprire chi potrebbe avere stoffa e per smascherare i millantatori.
Le dirette in Sardegna sono davvero poche, se almeno non fossero inutili sproloqui di 3 minuti nei quali la parola "tipo" compare 15 volte, se non fossero co-conduzioni starnazzanti che solo i parenti stretti dei due in onda possono cogliere, se la conduttrice non definisse cronologio un necrologio - due settimane fa centro Sardegna -, l'etere ringrazierebbe sentitamente.

Inviato il :18/7/2014 22:53


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#8
Nobel
Nobel


Mah...sarà che io non ho girato per moltissime radio,ma microfoni Neumann (e Shure) li ho visti solo a Mondoradio.Dubito fortemente che le piccole emittenti possano ancora fare a gara al "must" più dispendioso.Se ti riferisci a Radiolina,dal suono che sento in fm,mi paiono soldi buttati.
Sul fatto che l'editore deve (o dovrebbe) pagare chi va in onda,magari anche con una regolarizzazione della collaborazione,siamo d'accordissimo,pensavo di essere stato chiaro.Il punto è che io non sono ottimista,come lo sei evidentemente tu,e ritengo praticamente impossibile una inversione di tendenza.Il mezzo radio negli altri paesi gode di buona salute,in Italia è in declino nonostante l'ostentazione di ascolti a dir poco improbabili da parte di qualche rete nazionale.In Sardegna,una volta tanto (quella sbagliata),siamo molto più avanti:lo stato della radio è irreversibilmente comatoso.
Non capisco quindi questa tua voglia di scoprire talenti che rimarrebbero inutilizzati o inutilizzabili.A meno che tu non stia organizzando un reality show sul tema...
P.S.
Spiacente di annoiarti con questo dialogo a due:mi asterrò da ulteriori commenti per favorire l'ingresso di nuovi interlocutori in questa discussione...


Inviato il :19/7/2014 0:16


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#9
Studente
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E piantala! Volevo solo sottolineare che evidentemente siamo i soli ad essere interessati a sviscerare argomenti che ruotano intorno alla radio.

Inviato il :19/7/2014 8:58


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#10
Studente
Studente


Salve,dal mio punto di vista credo la il mondo della radio sia ben complesso.Fare azienda in questo settore con il periodo che si sta attraversando non è facile.....ammiro le emittenti che ogni giorno lottano per resistere.Rimpiango gli anni in cui tutti liberamente potevano accendere un trasmettitore per dare voce alle proprie idee.

Inviato il :19/7/2014 16:27


Re: Radio: lavoro, passione, hobby o cos'altro?
#11
Studente
Studente


Salve,dal mio punto di vista credo che il mondo della radio sia ben complesso.Fare azienda in questo settore con il periodo che si sta attraversando non è facile.....ammiro le emittenti che ogni giorno lottano per resistere.Rimpiango gli anni in cui tutti liberamente potevano accendere un trasmettitore per dare voce alle proprie idee.

Inviato il :19/7/2014 22:30