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Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#1
Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale giurisprudenza costituzionale
E’ singolare la concezione del principio di libertà del Governo Renzi: la Rai deve trasferire (“contribuire”) per decreto legge al Governo 150 milioni di euro, e per adempiere è “libera” di cedere sul mercato RaiWay (questa e’ l’interpretazione dell’art. 21 del d.l. anche se il testo fa generico riferimento alle società partecipate – e non, come dovrebbe, alle società controllate dalla Rai) . Il grado di “libertà” concesso da Renzi alla Rai dev’essere valutato in base ai dati del recente bilancio approvato, che, chiudendosi in sostanziale pareggio senza gli oneri dei ciclici grandi eventi sportivi (mondiali ed europei di calcio e mondiali ed olimpiadi di atletica), preannuncia, di fatto, per l’esercizio del 2014, una perdita tendenziale di circa 200 milioni di euro, esponendo peraltro l’azienda a un tasso di indebitamento pari a circa 440 milioni di euro.

Gravare la concessionaria di un ulteriore insopportabile peso di 150 milioni di euro equivale necessariamente a tradurre la presunta “libertà” di cessione di RaiWay (cedere quote di Rai Cinema, Rai Pubblicità o della nuova Rai Commerciale non porterebbe a nulla) in una vera e propria imposizione di dismettere la rete. In pratica, il Governo mostra di perseguire, in modo ancora più incisivo il piano del Governo Monti, più volte illustrato da Catricalà: ridimensionare il servizio pubblico, spacchettare la concessione, privatizzare.

La recente societarizzazione della Direzione Commerciale (che ha in pancia anche le convenzioni di servizio pubblico), unita all’inevitabile cessione di Rai Way (come diretta conseguenza del prelievo ablatorio dei 150 milioni di euro dal canone destinato a Rai) equivale, infatti, a una consistente privatizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo fatta sotto il naso del legislatore e degli utenti! Il vero intento del Governo, pertanto, non è quello di fare cassa, bensì quello di espropriare la Rai della propria rete di trasmissione in favore dei privati. Che si tratti di un’espropriazione non vi è dubbio, visto che i proventi dell’operazione di cessione non rimarrebbero in seno alla Rai ma sarebbero devoluti al Governo. Inoltre, la concessionaria dovrebbe pagare l’affitto delle torri al cessionario, con doppio danno (erariale).

E pensare che oggetto della Concessione erano esclusivamente gli impianti della rete (D.P.R. 28 marzo 1994): ” La concessione comprende: a) l’installazione e l’esercizio tecnico degli impianti destinati alla diffusione di programmi sonori e televisivi ed i connessi collegamenti di tipo fisso necessari per la produzione e la distribuzione; b) la trasmissione di programmi mediante gli impianti predetti, sia all’interno che all’estero, nel rispetto degli indirizzi generali formulati dalla commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, a norma dell’art. 4 della legge 14 aprile 1975, n. 103, delle altre disposizioni di legge in materia radiotelevisiva e dell’autonomia decisionale della RAI.”

L’art. 45 del Testo unico sui media audiovisivi (D Lgs n. 177/05) prevede tuttora, ma per fonte di rango primario, tra i compiti del servizio pubblico stabiliti per legge: ” Il servizio pubblico generale radiotelevisivo, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, comunque garantisce: la diffusione di tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche di pubblico servizio della società concessionaria con copertura integrale del territorio nazionale, per quanto consentito dallo stato della scienza e della tecnica”. La copertura integrale del territorio nazionale è dunque obbligo di servizio pubblico e per garantirla la concessionaria deve possedere una rete dedicata, fornita delle necessarie ridondanze tecniche a garanzia degli utenti, garanzie che non possono essere conseguite, se non pregiudicando il servizio, mediante operatori di rete privati che rispondono a logiche di mercato e non di servizio agli utenti come cittadini (e non come consumatori).

L’isolato provvedimento che obbligasse la concessionaria pubblica radiotelevisiva a disfarsi dello strumento di diffusione capillare della programmazione di servizio pubblico altererebbe un sistema ordinamentale consacrato da trent’anni di giurisprudenza costituzionale, giurisprudenza che ha più volte avvertito il Governo di astenersi dall’influenzare, direttamente o mediante i cordoni della borsa, la radiotelevisione pubblica garante dei valori del pluralismo e della tutela delle minoranze. Peraltro, favorire la costituzione di un’ulteriore piattaforma trasmissiva privata appare inutile ed antistorico, quando è noto che il mito della piattaforma unica vagheggiato dalla legge Maccanico è svanito, e ogni piattaforma trasmissiva si è trasformata in aggregatore di contenuti e commercializzatore di marchi editoriali. Non esiste rete, neppure quella formatasi di recente con la riunione di 5 MUX Espresso/TIMB, che limiti la propria attività all’affitto delle torri o della capacità trasmissiva senza traguardare il proprio reale orizzonte editoriale.

A prescindere da questa gravissima distorsione dell’ordinamento del servizio pubblico radiotelevisivo, il decreto legge si segnalerebbe in ogni caso, per i suoi molteplici profili di illegittimità, come provvedimento in contrasto con i seguenti principi costituzionali:

a) Violazione dell’art. 3 Cost. per aver imposto tra le società sotto il controllo pubblico solo alla Rai il contributo di 150.000.000 di euro, con evidente disparità di trattamento nei confronti degli altri soggetti in analoga posizione giuridica, posto peraltro che la Rai non entra nel perimetro delle società che contribuiscono al bilancio consolidato dello Stato (non essendo una partita di giro, il trasferimento dei 150.000.000 di euro è un’espropriazione o un’imposizione tributaria velata, e dunque illegittima).

b) Violazione dell’art. 3, 43, 41 Cost. per aver coartato la libertà di impresa e per aver compromesso la funzione pubblica di istituto prevista dalla legge di settore indicando scopertamente in Rai Way e solo in Rai Way la società da cedere (traducendosi, peraltro, la cessione “consigliata” dal Governo in una vera e propria sub-concessione di servizio pubblico, con violazione del sistema della legge che riserva al legislatore l’individuazione della società incaricata del servizio pubblico) .

c) Violazione dell’art. 77 Cost. per la particolare carenza dei doverosi requisiti di azione straordinaria, necessità ed urgenza del provvedimento, non essendoci alcuna obbligatoria connessione tra la individuazione della Rai (e della sola Rai), di Rai Way (e della sola Rai Way) come soggetti “prescelti” alla contribuzione in ordine a provvedimenti generali di perequazione economica che in funzione di riequilibrio incidono su diritti soggettivi tutelati dalla Costituzione e sulla funzione pubblica a servizio della collettività (per il che si predilige sostituire le garanzie democratiche dell’informazione, di grandissimo impatto, con garanzie economiche, di incerta valutazione).

d) Violazione dell’art. 23 Cost. per la sostanziale modificazione delle aliquote a carico dei contribuenti che, a causa del mancato riversamento del canone Rai alla concessionaria pubblica, vedono accrescere oltre i parametri di legge la loro contribuzione alla leva fiscale generale, mediante lo spostamento di una imposta di scopo ad imposta generale sui redditi.

e) In ultimo, deviare le risorse provenienti da un’imposta di scopo alla leva generale costituirebbe un’illegittima doppia imposizione dei contribuenti, che vedrebbero in tal modo destinati ad uso diverso e indifferenziato, per il quale hanno già contribuito ex art. 53 Cost., un contributo di imposta finalizzato dalla legge a presidio del finanziamento di un servizio di grado costituzionale per l’attuazione dei principi di libertà di espressione, eguaglianza, realizzazione della persona nel contesto sociale.
23 aprile 2014



https://www.articolo21.org/2014/04/il- ... sprudenza-costituzionale/



Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#2
Nobel
Nobel


la rai, puo cedere solo piccoli rami d'azienda, compresa raiway, ma non dismetterle per intero , senza un parere favorevole del governo.

ricordo che nel 2001, rai voleva cedere raiway ad una società americana, ma le fu impedito da gasparri, adducendo che un'azienda italiana, deve restare italiana, ma il trucco fu un altro...... e mi fermo qua, perchè anche le pietre sanno quale fu il trucco adottato da gasparri.......

Inviato il :14/5/2014 10:28


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#3
Nobel
Nobel


Invece parlane,parlane tranquillamente... ci interessa sapere questa cosa

Inviato il :14/5/2014 12:21
Il DAB sulla banda III VHF è un cancro da estirpare al più presto.


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#4
Nobel
Nobel


beh, non c'è bisogno che lo dica io, perchè sanno tutti.... gasparri, volle favorire mediaset... a discaito non solo della rai, ma anche di tutte le altre aziende che osassero ostacolare quella di b......

tornando alla rai, credo che si debba far di tutto perchè venga liberata dai partiti, e le potenzialità ci sono tutte, in secondo luogo, occorre stanare gli evasori del canone, che sono ancora parecchi......infine, come tuttele aziende, eliminare le spese inutili, per sesempio, per le notizie dalle regioni, affidarsi ai corrispondenti nelle varie sedi, invece di inviare un giornalista per ogni tg, come sempre piu spesso si sta facendo....

Inviato il :14/5/2014 12:32


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#5
Nobel
Nobel


Non capisco il nesso fra questa affermazione:

Citazione:

ricordo che nel 2001, rai voleva cedere raiway ad una società americana, ma le fu impedito da gasparri, adducendo che un'azienda italiana, deve restare italiana, ma il trucco fu un altro......


e questa verità:

Citazione:

satellite ha scritto:
beh, non c'è bisogno che lo dica io, perchè sanno tutti.... gasparri, volle favorire mediaset... a discaito non solo della rai, ma anche di tutte le altre aziende che osassero ostacolare quella di b......


Mi chiedo; in che modo affermi che l'aver favorito Mediaset a discapito della RAI e di altri operatori può essere stato "il trucco" che avrebbe impedito agli americani di rilevare RaiWay?

Inviato il :14/5/2014 22:05
Il DAB sulla banda III VHF è un cancro da estirpare al più presto.


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#6
Dottore
Dottore


satellite, lascia fuori mediaset ,che meglio... funari, diceva.... una lira pre farlo parlare e un miliardo per farlo stare zitto.


spiega il trucco adesso ,

Inviato il :15/5/2014 6:45


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#7
Nobel
Nobel


il trucco era semplice: con la vendita di raiway agli americani, la stessa rai si sarebbe potuta rilanciare 8economicamente9 in vista del passaggio dal sistema analogico al digitale terrestre....tutto qui.
orbene, bloccando la vendita di quel ramo d'azienda, chiaramente non ci furono introiti, e la rai dovette far fronte alle spese per digitalizzare i ripetitori con le risorse interne gia disponibili, ma logicamente, piu scarse.
ecco perchè secondo me fu favorita mediaset, perchè loro avevano piu soldi di quelli che poteva avere rai senza la vendita degli impianti....ecco spiegato il trucchetto :) solo questioni economiche e aziendali........
contenti ??????

Inviato il :15/5/2014 8:06


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#8
Nobel
Nobel


Ecco, ora tutto è più chiaro; in sostanza è stato impedito un grosso introito alla RAI mentre Mediaset continuò a camminare.

Inviato il :15/5/2014 10:57
Il DAB sulla banda III VHF è un cancro da estirpare al più presto.


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#9
Dottore
Dottore


caz.... manna ! si vede quanto sei esperto di tv .... infatti telecom ha mantenuto i mux e venduto la 7 ...cosi la rai doveva pagare affitto per trasmettere! sei un genio !

Inviato il :15/5/2014 11:29


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#10
Nobel
Nobel


vale 70... scidarindiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!

beh, chiaro che rai ha rinunciato a parecchi soldi che avrebbe potuto usare per digitalizzare i suoi ripetitori, mediaset, essendo privata, per far soldi, si basa sulla pubblicita, anche rai lo fa, ma ha dei limiti che le derivano dalla riscossione del "canone tv".

poi, i passaggi che rai deve fare per potersi migliorare, sono molto farraginosi, ed investono inevitabilmente anche la politica visto che l'azionista della rai, è il governo come prevede l'attuale legge

Inviato il :15/5/2014 12:37


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#11
Dottore
Dottore


ma lo sai quanti sono i dipendenti rai ? per i tg, qualsiasi evento mandano inviati e tecnici per ogni testata ne bastano al massimo 2 (inviati) , i soldi del canone ? 5 milioni a fazio ecc ecc

Inviato il :15/5/2014 12:57


Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#12
Nobel
Nobel


qui hai ragione, come scrivevo in un post precedente, basterebbe ottimizzare le risorse interne, e per
i servizi dei tg, specie quelli regionali, si usano le strutture del territorio, mentre, per seguire i fatti esteri, basta un inviato per tutti e 6 (tra tg e gr)
e soprattutto, vanno eliminati i compensi alla fazio, che per fare 5 serate di sanremo, ha preso parecchi soldi.... ALLUCINANTEEEEEEE

Inviato il :15/5/2014 17:20


Utente
Re: Il Governo cede gli impianti di servizio pubblico radiotelevisivo ai privati contro una trentennale
#13
senza contare la clerici è calimero conti